mercoledì 4 ottobre 2023

ENRICA PERUCCHIETTI: LE OLIGARCHIE GLOBALIZZATE UTILIZZANO IL METODO DELLA “RIVOLUZIONE PERMANENTE”


di Matteo Orlando


Il nuovo numero del mensile di geopolitica "Visione" è dedicato al "Tempo di rivoluzione". Questo perché quando il sistema di potere dominante diventa indegno agli occhi di gran parte della popolazione inizia a serpeggiare nella società il desiderio di “rivoluzione”.

"La rivoluzione", ha spiegato la curatrice del volume Enrica Perucchietti, "anche sul piano strettamente simbolico, rappresenta il bisogno di palingenesi e di cambiamento: è il ribaltamento di quelle prassi e dinamiche che nessuno intende più riconoscere come valide e legittime. Si tratta di un processo che, in un certo senso, come osserva Francesco Toscano nel suo editoriale, ricorda la maieutica di Socrate. Come una brava ostetrica, infatti, il rivoluzionario tira fuori dalle viscere della società un nuovo modello già vivo ed esistente. A differenza della rivoluzione la “rivolta” è solo uno sterile e isterico flusso di coscienza che sfoga frustrazioni profonde senza puntare alla costruzione di alcunché. Con la rivolta si rimane ancora su un piano infantile, sprovveduto, spontaneo ma destinato a concludersi presto, senza aver condensato un progetto e avviato alcunché. Per questo, come ben sapeva Lenin, non può esservi rivoluzione senza teoria rivoluzionaria".

Secondo la giornalista piemontese dalla caduta del muro di Berlino a oggi "sono state le oligarchie globalizzate a utilizzare il metodo della rivoluzione permanente che, grazie a una sorta di caos organizzato, semina continui conflitti per legittimare e per rinsaldare il controllo delle tecnocrazie. La parodia della rivoluzione è continuamente alimentata da un potere che semina ovunque continui conflitti per legittimarsi, come le “rivoluzioni colorate” o le primavere arabe dimostrano. Nel numero di ottobre di Visione analizziamo non solo le rivoluzioni “storiche”, ma anche quelle che il potere ha eterodiretto e che continua ad alimentare, a creare in maniera sintetica e a pilotare per poter garantire l’infallibilità del sistema stesso".

L’Occidente, a giudizio della Perucchietti, si sta scoprendo sempre più isolato dal resto del mondo, "stanco di sopportare soprusi e ipocrisie nel nome della presunta superiorità della civiltà anglosassone, spacciata come l’unica possibile. La rivoluzione, in questo senso, è già avviata in Africa, in Asia e in Sud America, luoghi geograficamente distanti che si riscoprono però uniti da un identico desiderio di libertà e di emancipazione dal giogo paternalista del vecchio dominus a stelle e a strisce". 

Richiamando alla “Rivoluzione delle coscienze” il n. 6 di Visione dal titolo "Tempo di rivoluzione" cerca di invitare al "rinnovato impegno pubblico e politico di uomini e donne forti, pronti a rimanere saldi e orientati in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo".

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