sabato 27 maggio 2023

I TRIBUNALI BULGARI STANNO DIMOSTRANDO SEMPRE PIÙ LA LORO INDIPENDENZA DALL’INFLUENZA POLITICA



a cura di Aiuto alla Chiesa che Soffre

-

IL FUTURO DELLO STATO DI DIRITTO E IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN BULGARIA, INCLUSA LA LIBERTÀ RELIGIOSA, SONO NELLE MANI DELLA MAGISTRATURA

La Costituzione della Bulgaria, adottata nel 1991 e modificata nel 2015, garantisce la libertà di religione o di credo agli articoli 13 (paragrafi 1-4) e 37 (paragrafi 1-2). Questi ultimi estendono la tutela a tutte le religioni, riconoscono il Cristianesimo ortodosso orientale in quanto «religione tradizionale» del Paese e vietano l’uso della religione per fini violenti o politici. La normativa principale che regola la libertà di religione o di credo è la “Legge sulle denominazioni religiose” del 2002 che stabilisce i protocolli per il riconoscimento giuridico delle denominazioni e delle comunità religiose. Da un punto di vista legale, tutti i gruppi religiosi possono praticare il proprio culto anche senza registrarsi, tuttavia i gruppi registrati ricevono alcuni benefici. La Chiesa ortodossa bulgara è esente dall’obbligo di registrazione per via del suo status di Chiesa tradizionale della Bulgaria. Nel 2019 vi erano 191 gruppi religiosi registrati. Negli ultimi anni, alcuni partiti nazionalisti di estrema destra hanno cercato di limitare i diritti delle comunità non ortodosse e dei loro membri. 

Nel 2014, hanno formato un’alleanza elettorale sotto il nome di “Patrioti Uniti”, che comprendeva il Movimento Nazionale Bulgaro, il Fronte Nazionale per la Salvezza della Bulgaria e Ataka. Questa alleanza fa parte dell’attuale governo di coalizione della Bulgaria. Il 9 maggio 2018, i tre maggiori partiti politici della Bulgaria hanno proposto una legge che avrebbe potuto essere utilizzata per ostacolare le attività delle minoranze religiose, ma alcune modifiche al testo hanno permesso di evitare tale pericolo nella versione finale della norma, approvata nel dicembre 2018. La bozza originale includeva infatti diverse restrizioni riguardanti i finanziamenti ai gruppi religiosi provenienti dall’estero e la partecipazione del clero straniero ai riti religiosi in Bulgaria. Tali restrizioni si erano aggiunte nel corso degli anni causando ostacoli crescenti alle scuole teologiche, ai programmi di formazione del clero, all’attività missionaria e al libero culto al di fuori degli edifici designati. 

Uno degli aspetti più controversi della legge era il requisito per i gruppi religiosi di avere almeno 300 membri per poter richiedere la registrazione ufficiale, e la proposta di aumentare tale numero a 3.000. La legislazione avrebbe escluso anche le comunità cattoliche, protestanti ed ebraiche dall’ottenimento dei sussidi statali. In seguito alle proteste delle varie comunità religiose, e con il sostegno delle istituzioni internazionali per i diritti umani, il 21 dicembre 2018, durante una votazione all’Assemblea nazionale della Bulgaria, le disposizioni controverse sono state rimosse dal progetto di legge. Quanto avvenuto è stato considerato una grande vittoria per la libertà religiosa in uno Stato membro dell’UE, nonché una lezione per il futuro. Le ordinanze municipali che limitano il diritto di condividere il proprio credo negli spazi pubblici, in particolare quelle rivolte ai Testimoni di Geova, sono state costantemente definite incostituzionali e i ricorsi in tribunale relativi a tali disposizioni si sono più volte conclusi con sentenze a favore dei richiedenti. 

I Testimoni di Geova sono stati vittime di numerosi incidenti. Nel maggio 2018, dei vandali hanno rotto le finestre di un luogo di culto affittato da Testimoni di Geova a Petrich, e il proprietario dell’immobile ha deciso successivamente di interrompere il contratto di locazione. Nel giugno e nel luglio 2018, a Nova Zagora, un uomo ha aggredito dei Testimoni di Geova per strada in tre diverse occasioni. La polizia ha raccolto la denuncia e ha detto che avrebbe «fatto visita al colpevole», ma l’uomo non è stato in alcun modo perseguito. Nel 2019, la Corte Suprema ha dato ragione ai Testimoni di Geova in un caso di violenza avvenuto otto anni prima che vedeva la comunità religiosa opposta al Movimento Nazionale Bulgaro. Il 17 aprile 2011, un gruppo di Testimoni di Geova si è riunito per commemorare il memoriale della morte di Gesù. Una folla di 60 persone, organizzata dal leader del Movimento Nazionale Bulgaro, Georgi Drakaliev, ha aggredito brutalmente i Testimoni di Geova. Ci sono stati dei feriti, e le vittime hanno portato l’incidente in tribunale. La Corte Suprema si è pronunciata contro Drakaliev, ordinandogli di risarcire i ricorrenti. 

Anche la comunità islamica ha dovuto affrontare una crescente ostilità, come dimostrano i seguenti incidenti. Nel luglio 2018, alcuni residenti del villaggio di Gradnitsa hanno profanato 55 tombe islamiche e 14 cristiane. I vandali sono stati successivamente arrestati dalla polizia. Il 5 luglio 2019, a Sofia, è stato commesso un attacco islamofobico ai danni della sede del Gran Mufti della Bulgaria11. Le finestre dell’edificio sono state frantumate con delle pietre da uno sconosciuto. Il fatto si è verificato tre giorni dopo che svastiche e altri simboli di odio erano stati dipinti sui muri di una moschea nella città di Karlovo nella Bulgaria centrale. «Questo è un tipico crimine d’odio. Ma, purtroppo, in Bulgaria, nessuno viene condannato per questi crimini. Sono sempre considerati come [opera di] ubriachi o teppisti», ha dichiarato Jelal Faik, portavoce dell’Ufficio del Gran Mufti. Faik ha inoltre sottolineato che l’incidente è stato «un atto pianificato e deliberato», come dimostra il grado di preparazione degli aggressori, mostrato dai filmati delle telecamere di sicurezza. Il portavoce ha altresì notato come la presenza del partito nazionalista Patrioti Uniti nella coalizione di governo in carica abbia alimentato sentimenti antislamici tra alcuni bulgari. 

Nonostante gli episodi appena citati, le comunità religiose concordano sul fatto che il numero e l’intensità delle aggressioni siano drasticamente diminuiti. Tuttavia, è importante notare che le organizzazioni ebraiche hanno espresso preoccupazione per l’aumento dei discorsi di odio antiebraico e di altre manifestazioni di antisemitismo. Le stesse hanno anche denunciato i tentativi dei leader politici di distorcere i fatti storici in occasione di eventi legati all’Olocausto e di onorare individui complici della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Il 5 maggio 2019, Papa Francesco ha iniziato il viaggio apostolico in Bulgaria su invito delle autorità del Paese. Il giorno dopo ha celebrato la prima comunione di 250 bambini nella città a maggioranza cattolica di Rakovski. La Chiesa ortodossa ha riservato una fredda accoglienza al Pontefice. Il patriarca bulgaro Neofit e i membri del Sacro Sinodo, ovvero la leadership ortodossa del Paese, hanno accettato di incontrare il Santo Padre, ma senza abiti liturgici, rifiutando l’offerta di tenere preghiere o cerimonie religiose comuni. La Chiesa ortodossa bulgara si è sempre opposta al dialogo interreligioso con la Chiesa cattolica romana, che conta 44.000 fedeli nel Paese. Seppur di modesta entità, questa comunità porta avanti programmi sociali a beneficio della popolazione locale. 

A Stara Zagora ad esempio, vicino al quartiere Rom, i salesiani stanno costruendo una scuola e una chiesa in stile orientale. Prospettive per la libertà religiosa Le speranze di un dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa di Bulgaria non si sono realizzate nel corso della visita di Papa Francesco. I movimenti nazionalisti di estrema destra rimangono una minaccia costante per i gruppi non ortodossi, soprattutto musulmani, ebrei e Testimoni di Geova. Prese di mira, queste minoranze religiose utilizzano tutti gli strumenti legali disponibili per combattere l’intolleranza, i discorsi di odio e le violazioni dei diritti umani perpetrate dai partiti politici di estrema destra. Fortunatamente, i tribunali bulgari stanno dimostrando sempre più la loro indipendenza dall’influenza politica. Di conseguenza, il futuro dello stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Bulgaria, inclusa la libertà religiosa, sono nelle mani della magistratura.

Nessun commento:

Posta un commento