lunedì 18 dicembre 2023

I CILENI RIFIUTANO ANCORA UNA VOLTA LA NUOVA COSTITUZIONE E QUELLA DI “PINOCHET” RESTA



di Angelica La Rosa



I cileni hanno rifiutato ancora una volta la "nuova Costituzione" ed hanno salvato quella di "Pinochet".

Così i cittadini cileni hanno deciso di preferire la Costituzione del 1980, ereditata da Pinochet (sebbene sia stata riformata circa 70 volte, con una profonda revisione che è avvenuta nel 2005 durante il governo del socialista Ricardo Lagos).

Con oltre il 99,65% dei voti scrutinati, la bocciatura della nuova proposta, questa volta preparata dai "conservatori", ha avuto un rifiuto del 55,76%, un rifiuto inferiore rispetto alla folle proposta di revisione voluta dalla sinistra 15 mesi fa che aveva ottenuto un rifiuto del 61,86%.

Nel Plebiscito del 1980, la Costituzione di "Pinochet" aveva ottenuto un consenso del 67%.

"Il Paese si è polarizzato, diviso e, a parte questo risultato schiacciante, il processo costituente non è riuscito a incanalare le speranze di avere una nuova Costituzione scritta da tutti", ha detto Boric. Il presidente cileno ha confermato che non promuoverà un nuovo processo costituente, perché "le urgenze sono diverse", ha detto.

Dopo il fiasco della proposta di Costituzione di Boric, è stato promosso un nuovo processo, dopo che l'opposizione di centro-destra ha ottenuto la maggioranza alle elezioni del maggio scorso: 22 seggi per i repubblicani; 11 il conglomerato Chile Vamos, della destra tradizionale e 17 del centrosinistra.

Il Partito Repubblicano non era d'accordo con nessuno dei due processi costituenti. Ma nonostante ciò, ha nominato più di 70 candidati alle elezioni del Consiglio costituzionale del 7 maggio, nelle quali ha trionfato.

In ogni caso, questo nuovo rifiuto mette in discussione le vere ragioni delle rivolte che hanno dato origine a questi processi costituenti.

Il Comitato Permanente dell'Episcopato cileno ha rilasciato ieri, domenica 17 dicembre, una dichiarazione dopo il rifiuto della proposta costituzionale, invitando a inquadrare la vita politica e sociale secondo l’attuale Costituzione. Secondo i vescovi la maggioranza dei cileni apprezza gli accordi, sperando che i leader politici camminino su questa strada e li ha invitati ad andare avanti insieme di fronte alle sfide che il Cile ha, al di là delle legittime differenze.

Sicurezza, sanità, pensioni, crescita economica e istruzione vengono citate come le sfide più urgenti su cui raggiungere accordi, soprattutto a favore dei più poveri e svantaggiati.


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