lunedì 25 settembre 2023

LE AZIONI DI JOE BIDEN CONTRADDICONO LE SUE PAROLE


a cura di Angelica La Rosa 

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Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden martedì alla 78a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite mostrano fino a che punto le sue azioni contraddicono le sue parole.

Biden ha affermato che gli Stati Uniti "cercano un mondo più sicuro, più prospero e più equo per tutti i popoli", ma non ha menzionato l'embargo statunitense contro Cuba, un embargo che ha privato il popolo cubano anche di beni, servizi e benefici ordinari, un embargo che ogni anno - da più di tre decenni - viene condannato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Biden ha menzionato Haiti, che versa in uno stato di anarchia. Agli Stati Uniti spesso piace vantarsi della propria capacità di costruire una nazione, ma non possono nemmeno aiutare Haiti, che dista solo 1.300 chilometri dalla Florida, a ripristinare la stabilità e a perseguire lo sviluppo.

Il presidente degli Stati Uniti ha parlato anche della sua recente visita in Vietnam, ma non ha menzionato la tragica eredità "dell'Agente Orange", per citare solo un'atrocità, che l'esercito americano ha commesso durante la guerra del Vietnam. 

Biden ha affermato che "con una leadership concertata e uno sforzo attento, gli avversari possono diventare partner, le sfide travolgenti possono essere risolte e le ferite profonde possono guarire". Suona bene come il titolo del libro di Charles Kupchan del 2010 "How Enemies Become Friends: The Sources Of Stable Peace", ma non abbiamo visto l’amministrazione Biden tendere la mano ai paesi che considera avversari: la Corea del Nord, il Venezuela, l’Iran, la Siria o la Russia.

Al contrario, Biden è stato impegnato a creare un cuneo tra le nazioni, cercando disperatamente di isolare l’Iran nel Medio Oriente e seminare discordia tra la Cina e altri paesi dell’Asia.

Ecco perché le sue affermazioni sulla Cina sono totalmente false. Biden ha affermato che nessuna delle partnership statunitensi mira a contenere alcun Paese, riferendosi chiaramente alla Cina. Ha detto che gli Stati Uniti cercano di gestire in modo responsabile la concorrenza con la Cina in modo che non porti a un conflitto, aggiungendo che “siamo a favore della riduzione dei rischi, non del disaccoppiamento con la Cina”.

Ma ci chiediamo quante persone a Washington credano alle sue parole. Basta uno sguardo ai titoli quotidiani dei media statunitensi, ai discorsi dei legislatori e degli esperti statunitensi e persino dei funzionari della Casa Bianca per dimostrare che non credono alle parole di Biden. Il fatto è che gli Stati Uniti sono stati drammaticamente fallimentari nel tentativo di contenere la Cina dal punto di vista economico, tecnologico e geopolitico.

La coercizione degli Stati Uniti nei confronti dei suoi alleati europei per bandire Huawei 5G dalle loro reti di telecomunicazioni, la pressione sul produttore olandese di apparecchiature per la produzione di chip ASML affinché limiti le esportazioni verso la Cina, la repressione delle aziende tecnologiche cinesi, il tentativo di escludere la Cina dalla tecnologia globale, il recente ordine esecutivo di Biden che vieta gli investimenti nel settore high-tech cinese, se non sono politiche di contenimento allora cosa lo sono?

Biden ha anche parlato di cooperazione con la Cina sul cambiamento climatico, ma la repressione degli Stati Uniti sui pannelli solari cinesi e la discriminazione contro i veicoli elettrici cinesi stanno minando, per chi crede alle fandonie del cambiamento climatico, la lotta globale contro questa "piaga".

Biden si è vantato della partnership del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali, ma il PGII lanciato nel 2022 è stato concepito come uno strumento geopolitico per contrastare l’iniziativa cinese Belt and Road, che ha investito massicciamente per costruire infrastrutture nei paesi in via di sviluppo.

Se Biden fosse fedele alle sue parole, dovrebbe indirizzare la sua amministrazione e persuadere gli altri membri del G7 ad unirsi alla Cina e ad altri paesi nella costruzione di infrastrutture nei paesi asiatici, africani e dell’America Latina, in modo che possano perseguire lo sviluppo invece di cercare di trasformare i paesi in via di sviluppo nei nuovi campi di battaglia geopolitica.

Inoltre, Biden ha chiesto l’unità globale su questioni come il conflitto Russia-Ucraina, ma l’amministrazione americana ha intrapreso una nuova guerra fredda per dividere il mondo, dopo che le guerre calde in Afghanistan, Iraq e Libia hanno costretto quei paesi al caos e alla miseria.

La maggior parte dei paesi del mondo si sono rifiutati di unirsi agli Stati Uniti e all’Unione Europea nell’imporre sanzioni alla Russia. Hanno invece chiesto il cessate il fuoco, il dialogo e la diplomazia, cose che gli Stati Uniti e la NATO hanno finora rifiutato.